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Vessels for the Moon

Oggetti che accolgono e incarnano forze invisibili. Artisti di diversi media, tutti operanti a Milano, esplorano diverse forme spaziotemporali di ascolto e relazione.

Inaugurazione

Giovedì 19 giugno 2025 dalle 18.00 alle 21.00

Mostra aperta fino a 5 luglio

Mercoledì | 17.00 – 19.00
Giovedì | 10.00 – 13.00
Sabato | 10.00 – 13.00
E su appuntamento

Per decine di migliaia di anni, i nostri antenati hanno vissuto immersi in un mondo che pulsava di vita. Alberi, venti, pietre e stelle—il paesaggio non era fatto di oggetti, ma di esseri.

I secoli sono trascorsi, e la nostra distanza da quel mondo è cresciuta. Ne abbiamo domato un altro, riorganizzato intorno alla ragione umana e, più tardi, al controllo delle macchine. Ma il non-umano trova ancora il modo di farsi sentire: attraverso incendi e tempeste, algoritmi e campi elettromagnetici, attraverso l’argilla e l’acciaio.

Oggi, immersi in sistemi algoritmici che superano la nostra comprensione, forse siamo tornati a una sensazione che i nostri antenati conoscevano bene. Ma dove sono i rituali, le mitologie, i modi di relazionarci che possano aiutarci a comprendere questo mondo, ora?

Gli oggetti in questa mostra sono contenitori per segnali, forze e presenze in transito: vessels per la luna. Ognuno di essi ha proposto all’artista, o propone a noi, un proprio centro di gravità alternativo. Noi umani saremmo più simili alle maree che alla luna che le muove—ma c’è molto da assaporare in questa caduta dalle stelle.

Una nota dalla curatrice

È un onore riunire in un unico spazio le opere di questi artisti, tutti con un rapporto profondo con i rispettivi media, molto diversi tra loro. Eppure, non appena ho iniziato a parlare dell’idea di questa mostra con ciascuno di loro, sono emerse strane connessioni, ben al di là di quanto avessi previsto. Infatti la prima parola del titolo della mostra – vessels (che in inglese significa vasi, recipienti, ma anche vascelli, proprio come quelli che vanno sul mare, o magari sulla luna) – è stata sostituita a posteriori, perché, sebbene gli artisti fossero stati accuratamente selezionati per la loro attinenza alla tematica prospettica, è stato per un’inaspettata sincronicità che le prime opere selezionate erano tutte vasi. I fili di connessione che sono emersi in seguito uniscono i miti greci, i materiali e naturalmente la luna stessa, portata in vita magnificamente nello spazio tramite un’opera di Fabius Tita.

Tutti questi artisti vivono e lavorano a Milano, dove ho avuto la fortuna di conoscere il loro lavoro e il loro processo in una varietà di contesti formali e informali, come gentilmente invitano a fare anche voi!

Gli artisti

Mariangela Zabatino

Nota per la sua sensibilità poetica e l’eleganza formale delle sue opere, la ceramista e pittrice Mariangela Zabatino è nata a Milano nel 1972. Si è diplomata in Graphic Design presso l’Istituto Kandinsky nel 1991, e successivamente presso la Scuola del Castello Sforzesco in Illustrazione Editoriale nel 1996. Nel 2016 ha fondato Anima Mundi, il suo progetto personale dedicato alla ceramica. Ha inoltre dato vita al progetto Teatro d’Artista in collaborazione con il Teatro Linguaggicreativi di Milano, un esperimento creativo in cui pittura, musica, movimento, danza, parola e tecnologia si fondono in una “scenografia sentimentale.”

Oltre a esporre regolarmente, Mariangela insegna nel suo studio nel quartiere Stadera, a Milano Sud, dove continua anche a collaborare con una varietà di gallerie, progetti culturali, e iniziative di design.

Fabius Tita

Nato a Riccione nel 1951, Fabius Tita si è trasferito a Milano all’età di 17 anni e da quasi allora crea creature e paramenti in metallo di ricupero dal suo “bunker” nel cuore del quartiere milanese di Brera. Dai cappelli di metallo ai personaggi meccatronici, dalle sculture agli indumenti metallici, le opere di Tita sono state esposte in numerose mostre e sono state inserite in editoriali di moda, film e televisione.

È uno degli alter ego di Tita a creare le opere stesse, ascoltando e seguendo le presenze già insite nella materia prima stessa, in un processo che vede l’artista diventare uno strumento e animare gli strumenti in esseri affascinanti e accattivanti. Trovando la sinergia tra macchina e mani, si dedica alla manipolazione manuale e alla sperimentazione, catalizzate da una grande emozione, incessantemente formate dalla memoria e dalla storia personale che si stratificano nella forma materiale.

DustyEye

Jacopo, fondatore del progetto DustyEye, è nato a Pavia nel 1983 e lavora nel suo CRONOSTUDIO nel quartiere milanese di Dergano. Dal 2017, Masini viaggia nel tempo, grazie a un Chronotranslator che è stato consegnato nel gennaio 2017 in un pacco anonimo al centro operativo di DustyEye. Più comunemente noto come “Macchina del Tempo”, il Cronotraslatore permette di spostarsi nel Pluritempo o, più precisamente, consente di visitare uno degli infiniti futuri possibili in cui l’umanità potrebbe trovarsi. Masini riporta indietro oggetti importanti nella linea temporale di questo futuro, dove umani e macchine vivono in sinergia.

Jenny Filipetti

Nella sua pratica artistica, Jenny Filipetti cerca di coltivare una sintonizzazione con i flussi di informazione e relazione che attraversano organismi, ambienti, oggetti e macchine, negli spazi che condividiamo sempre di più. Questo impulso guida anche l’ultimo decennio del suo lavoro professionale nei campi del design, della progettazione e dell’insegnamento. Con il suo laboratorio CHROMAKAIROS, sta attualmente sviluppando una collezione di techno-talismani: oggetti che propongono un dialogo più consapevole con la tecnologia digitale, ancorandola ai materiali e ai gesti delle tradizioni artigianali.

Come arrivare

La fermata più vicina con i mezzi pubblici è Piazza Agrippa del tram 15 e degli autobus 65 e 79. Lo spazio dista circa 10 minuti a piedi dalla stazione M2 di Abbiategrasso. Il parcheggio in strada è disponibile ma limitato in via Bellarmino. Lungo la curva di via Treccani degli Alfieri è presente un parcheggio non ufficiale non custodito.

CHROMAKAIROS

Nota sull’accessibilità

La galleria si trova in un unico locale al piano terra, leggermente rialzato rispetto al livello della strada. Per accedere alla porta d’ingresso è disponibile una rampa. È presente una toilette, purtroppo non accessibile alle sedie a rotelle.